Il recente libro dello scienziato e imprenditore cinese Kai-Fu Lee “AI super-powers. China, Silicon Valley and the new world order” descrive lucidamente l’attuale stato dell’Intelligenza Artificiale con particolare riferimento alla Cina, una realtà poco conosciuta in occidente dove si guarda principalmente agli USA. Come vedremo, l’Intelligenza Artificiale (IA) applicata al Retail è già un settore di punta cinese ed è interessante capire come si sia arrivati a questo primato in così poco tempo.

 

Le due superpotenze

La consapevolezza che l’IA sia fondamentale per i futuri equilibri economico-strategici del mondo si è cominciata a diffondere da quando il Presidente USA Barack Obama ha annunciato il 12 Ottobre 2016 un rapporto della Casa Bianca sul futuro dell’IA.

Verso la fine del 2017, nel suo piano triennale, il Governo cinese ha annunciato misure eccezionali per sostenere lo sviluppo dell’IA con l’obiettivo dichiarato di diventare leader mondiale entro il 2030.

Attualmente gli USA sono in vantaggio per numero di aziende, enti e cervelli, ma sul fronte degli investimenti e della mobilitazione delle risorse, la Cina sta dimostrando la determinazione a diventare velocemente il numero 1.

Le iniziative di altre nazioni, come i miliardi stanziati per lo sviluppo dell’IA prima dalla Francia e poi dalla Germania, impallidiscono al confronto, anche se dal punto di vista accademico esistono importanti centri di ricerca al di fuori delle due superpotenze, come ad esempio in Inghilterra e Canada.

Va anche ricordato come il Governo cinese fin dagli inizi di Internet abbia avuto un approccio “introverso”, privilegiando gli imprenditori nazionali, passati però velocemente dalla copia di servizi USA allo sviluppo di soluzioni autoctone, che non hanno diretti omologhi negli USA. I colossi Baidu, Alibaba e Tencent superano già come volumi di dati i corrispondenti Google, Amazon e Facebook perché la popolazione ha velocemente abbracciato Internet nella vita quotidiana tramite lo smartphone.

WeChat di Tencent ha superato Facebook per ampiezza di servizi e diffusione anche per merito dei pagamenti da smartphone. Assieme ad Alipay di Alibaba (che ha lanciato il servizio “paga con un sorriso” in cui il cliente viene identificato tramite riconoscimento facciale) hanno contribuito alla drastica riduzione del contante, tanto da costringere i ladri a reinventarsi e i mendicanti ad esporre il loro QR Code.

Infine l’enfasi sulla privacy è massima in Europa, patria del GDPR, minore negli USA e quasi nulla in Cina. Quindi se i dati possono essere definiti il petrolio del XXI secolo e l’IA è lo strumento per distillare prodotti e servizi, allora la Cina è già oggi il massimo produttore mondiale.

Questa situazione non deve stupire poiché nel 2014 il Governo cinese aveva lanciato il programma “Mass Innovation and Mass Enterprenurship” ed attualmente la sua classe imprenditoriale è molto più agguerrita (hungry come direbbe Steve Jobs) rispetto ai colleghi USA. Un’altra caratteristica degli imprenditori cinesi è che non hanno paura di “sporcarsi le mani” con le problematiche dell’ultimo miglio. Ad esempio Dianping, il maggiore sito cinese per gli ordini ai ristoranti (con dimensioni molto maggiori del leader USA Yelp) ha organizzato non solo la piattaforma informatica, ma anche il servizio di consegna con scooter elettrici e personale propri, in tutte le maggiori città.

Vale la pena di ricordare che la rivoluzione di Internet è nata da ricerche del Governo USA ed è stata portata sul mercato da una classe di imprenditori, molti dei quali giovani californiani animati dallo spirito libertario e antigovernativo degli anni 70. Anche se presto sostituito dalla brama di supremazia, questo spirito qualche volta riaffiora ancora oggi. Si veda ad esempio la petizione dei dipendenti Google a cessare la collaborazione con l’apparato militare USA o il rifiuto di Apple di consegnare i codici di accesso dell’iPhone di un sospettato.

In Cina invece prevale lo spirito utilitaristico e la simbiosi pubblico-privato. Non è ipotizzabile che il Presidente Xi Jinping critichi pubblicamente Alibaba ed il suo proprietario Jack Ma, come invece ha fatto Donald Trump nei confronti di Amazon e Jeff Bezos, anche perché quest’ultimo è proprietario, tra le altre cose, del quotidiano Washington Post che non si astiene dal criticare Trump, mentre Jack Ma è membro del Partito.

 

La Perception AI

Nella sua interessante analisi, Kai-Fu Lee suddivide lo sviluppo dell’IA in quatto fasi

  1. Internet AI (come le raccomandazione di Amazon in base ai prodotti precedentemente acquistati o anche solamente visualizzati)

  2. Business AI (ad esempio la rilevazione istantanea di potenziali frodi e l’ottimizzazione della supply chain

  3. Perception AI (come i negozi Amazon Go basati interamente su computer vision)

  4. Autonomous AI (ad es. i robot che movimentano autonomamente le merci nei magazzini).

La Perception AI è quella che ci sta facendo passare dal O2O (On-line to Off-line) come il click and collect (ordina sul sito e ritira in negozio) all’esperienza che Kai-Fu Lee definisce OMO (On-line Merged Off-line) e Alessandro Baricco nel suo libro “The Game” definisce come “Fusione di uomo e macchina” … “dove la distinzione tra mondo vero e mondo virtuale decade a confine secondario”. Schermo e tastiera non sono più gli unici mezzi di interazione con il mondo On-line, sostituiti da telecamere, microfoni, altoparlanti e altri dispositivi.

Nella Perception AI la Cina è già leader mondiale, anche per merito dell’enorme volume di dati generati dagli imponenti progetti di videosorveglianza pubblica condivisi con aziende private come SenseTime e Face++. Secondo Kai-Fu Lee questo vantaggio è destinato ad ampliarsi, mentre la supremazia nella Business AI resterà in mani USA anche nel medio termine.

 

Perché l’Intelligent Retail è così sviluppato in Cina

La Perception AI basata sulla comprensione automatica di immagini, suoni, frasi e movimenti è quella che ha consentito non solo ad Amazon, ma anche alla catena cinese Youghui di realizzare i negozi senza casse interamente gestiti per mezzo di telecamere intelligenti. E’ inoltre alla base dei sistemi che analizzano i percorsi e le soste dei clienti nei negozi, per ottimizzare la disposizioni dei prodotti, gli assortimenti e i prezzi, nonché capire le preferenze di ogni singolo cliente per fornire informazioni utili. In Cina, anche per l’enorme diffusione dei pagamenti mobili, si sta colmando rapidamente il gap nella produzione di dati tra On-line e Off-line, unificando approcci un tempo contrapposti.

Per eccellere in questo campo occorre un’ottima capacità produttiva nell’elettronica di consumo ed una perfetta integrazione con l’IA. Un esempio è Xiaomi, che propone una gamma completa di dispositivi che spaziano dagli smartphone, agli altoparlanti e telecamere intelligenti senza possedere fabbriche proprie, ma attingendo alla rete di subfornitura nata per servire il mercato occidentale.

Probabilmente i prossimi viaggi di studio dei Retailer europei non saranno più a New York ma a Pechino o Shanghai.

Via del Progresso 2/a
35010 Vigonza (PD)
P.IVA/C.F: 02110950264
REA 458897 C.S. 50.000,00 €

Il software

akite

Funzionalità

Integrazioni

Blog

© Copyright 2023 aKite srl – Privacy policy | Cookie policy