Un Cloud POS ha due lati distinti: il Cloud che eroga servizi software e il Negozio che li utilizza per le operazioni di Front e Back Store (cassa e gestione). La capacità di gestire anche grandi catene (scalabilità) e il livello di servizio (detto anche SLA da Service Level Agreement) dell’intero sistema dipendono ovviamente dalla progettazione di entrambi i lati.
Sul lato Cloud ho già dato qualche opinione in “Cloud POS: nativo vs. hosted”. Ora passo al lato del negozio per analizzare gli approcci alternativi basati su App e su browser.
Un’App POS è basata su codice nativo ottimizzato per il Sistema Operativo dell’apparecchiatura utilizzata come punto cassa, progettata espressamente per “consumare” i servizi Cloud. L’installazione avviene da una pagina web o da un marketplace. Il termine App è stato reso popolare dai dispositivi mobili, ma si applica anche ai PC.
Un Browser POS può ospitare codice Java Script e gestire una cache locale su differenti Sistemi Operativi. E’ uno strato software aggiuntivo che fornisce interoperabilità in cambio di efficienza.
I POS basati su App e su browser sono entrambi Cloud al 100% in base alla seconda delle cinque caratteristiche essenziali del Cloud Computing definite dal NIST. Il termine “POS ibrido” (hybrid) si applica solamente a dei software tradizionali che scambiano file con il Cloud in modalità batch, anche se questa operazione avviene con elevata frequenza.
Nel mercato attuale, la principale differenza tra i due approcci è che i POS basati su browser usano il database centrale non solo per il magazzino e le statistiche, ma anche per richieste sincrone su Prodotti, Promozioni e Clienti durante le normali operazioni di vendita. Alcuni di questi utilizzano la cache locale gestita da HTML5 come riserva per l’operatività in assenza di connessione (off-line), mentre altri si bloccano.
Invece i Cloud POS basati su App cercano i dati di vendita sempre su un database locale, sia in on-line che in off-line, ed utilizzano esclusivamente messaggi asincroni per scambiare richieste e informazioni con i servizi Cloud. La ragione è semplice. Perché progettare e gestire una cache solo per il raro evento della mancanza di comunicazione e con severe limitazioni? Perché non espanderla e tenerla costantemente aggiornata (cosa che si dovrebbe fare comunque anche per soli scopi di backup) sfruttandola per velocizzare le operazioni, ridurre il carico su linee e risorse Cloud e dare alla cassa un’operatività ininterrotta?
Si possono fare numerose altre considerazioni:
Questa è la ragione che ci ha indotto a scegliere la via delle App per aKite, anche se è stato necessario riprogettare su paradigmi completamente nuovi e sforzi ulteriori sono richiesti per la portabilità su diversi sistemi operativi.
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