Un Cloud POS (Point of Sale) è una postazione di vendita gestita attraverso Internet.

In un Cloud POS nativo, in sintesi, il software è progettato per sfruttare nuovi paradigmi come Multi-tenancy, elasticità rapida e per esporre API standard e aperte.

Un Cloud POS hosted è invece basato su software tradizionale in architettura Thin Client o Client / Server, ospitato in un datacenter o in una IaaS (Infrastructure as a Service) pubblica.

In entrambi i casi, il termine “Cloud ” implica la distribuzione e l’aggiornamento automatico del software nei Punti di Vendita ed inoltre lo scambio dati continuo attraverso Internet.

La domanda che sorge spontanea è: perché discutere di nativo vs. hosted, se l’utente finale non percepisce la differenza? Perché preoccuparsi del motore se la macchina funziona? La risposta è che, come sempre, il diavolo sta nei dettagli, nella qualità complessiva e nel costo di esercizio a medio/lungo termine.

Qualsiasi applicazione software può essere ospitata in un datacenter e offerta in modalità SaaS (Software as a Service) come nell’ASP (Application Software Provisioning) del secolo scorso, ma il software tradizionale è di solito progettato per un uso interno all’azienda con una integrazione limitata verso il mondo esterno. Le architetture tradizionali non sono adatte ad un mondo aperto e interconnesso che comprende clienti, fornitori, prestatori di servizi, anche quando sono ospitate nel Cloud.

I servizi cloud nativi sono invece naturalmente progettati per un vasto pubblico (migliaia di aziende e milioni di utenti) e per una cooperazione interaziendale facile e diretta (la cosiddetta interoperabilità). In questo ambiente, elevata scalabilità ed alto SLA (Service Level Agreement) non sono caratteristiche utili, bensì indispensabili. Ciò richiede l’adozione di un’architettura software nata in questo secolo, basata su servizi web e messaggi standard asincroni, denominata SOA (Service Oriented Architecture).

Scalabilità e SLA elevate richiedono uno strato intermedio di software (middleware) tra il sistema operativo ed il software applicativo, che gestisca automaticamente,tra gli altri, il bilanciamento dinamico del carico, l’elasticità rapida, la gestione di guasti hardware e aggiornamenti software senza alcuna interruzione, come richiesto da un vero servizio 24 x 7. Le Platform as a Service ( PaaS) sono appunto questo, ma per sfruttarne i vantaggi, il software applicativo deve essere riprogettato radicalmente.

Poiché il costo è sempre una forza primaria dell’innovazione, scalabilità e SLA non sono ottenute attraverso un approccio di forza bruta, ma attraverso l’elasticità rapida e la forte condivisione di hardware/software (Multi-tenancy).

Le PaaS sono ideali per aggiungere rapidamente nuove risorse quando il volume delle vendite aumenta e per rilasciarle, rimettendole a disposizione di altri, quando non sono più necessarie, riducendo drasticamente il costo medio. Quanto più numerose sono le applicazioni e gli utenti, come succede nel Cloud pubblico, più stabile è il carico medio e con esso il fattore di utilizzo degli impianti, come nelle grandi centrali elettriche.

Un altro driver fondamentale dell’efficienza è la Multi-tenancy: la condivisione dello stesso software tra diverse aziende. Poiché l’attività nei negozi è piuttosto discontinua, la forte condivisione permette un utilizzo efficiente di ogni singolo servizio che compone l’intera applicazione in architettura SOA, diversamente dal software tradizionale, dove singole catene/negozi e non compiti specifici sono assegnati a ogni macchina. La Multi-tenancy implica quindi una singola versione del software dotata di un’ampia gamma di parametri per adattarsi alle singole esigenze, invece che lunghe e costose personalizzazioni, le quali oltretutto limitano fortemente l’evoluzione. La standardizzazione del SaaS Cloud accelera i progetti, riduce i costi ma soprattutto consente un’evoluzione continua ed economicamente sostenibile. I vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi.

Il software si sta muovendo dall’artigianato all’industria e le tradizionali leggi economiche aumentano la loro validità: un piccolo investimento per l’hosting di un’applicazione tradizionale si traduce in elevati costi di servizio, mentre un forte investimento iniziale per un’applicazione nativa porta a minori costi di gestione.

Il Cloud pubblico è quindi intrinsecamente più efficiente del Cloud privato nell’offrire risorse IT e le applicazioni Multi-tenant sono più efficienti di quelli Single-tenant nell’utilizzarle, una volta superata una soglia minima di utenti. Ciò equivale a dire che un servizio nativo erogato da un Cloud pubblico ha un duplice vantaggio di efficienza, rispetto ad un software tradizionale ospitato in un Cloud privato.

Un altro vantaggio della riprogettazione radicale di applicazioni software per il Cloud è rappresentato dalle maggiori opportunità di sviluppare nuove interfacce in linea con le aspettative degli utenti, influenzati dalle applicazioni che usano fuori dell’azienda: la cosiddetta “consumerization” dell’IT.

L’offerta di software tradizionale per i piccoli commercianti si è sempre differenziata radicalmente rispetto a quella destinata a catene di medie e grandi dimensioni, ponendo molte aziende di fronte a scelte difficili. Per la prima volta un Cloud POS nativo consente ad un piccolo commerciante di utilizzare gli stessi servizi di un grande concorrente, pagando una frazione del costo. La scalabilità non è la sua principale preoccupazione, ma contribuisce all’economia di scala, riducendo i costi anche per le grandi catene, come dimostrato per la prima volta da Salesforce nel settore del CRM.

Per concludere, va ricordato che il basso costo totale di possesso (TCO) di un Cloud POS nativo è importante, soprattutto nell’attuale contesto economico, ma che, ancora più importanti, sono i vantaggi di connessione diretta con i clienti tramite qualsiasi canale, assieme all’integrazione con la supply chain e un nuovo ecosistema di servizi Cloud che abilitano nuovi modelli di business e vantaggi competitivi.

 

P.S. Se lo SLA del Cloud è importante, quello della connettività lo è altrettanto. Infatti, poiché le postazioni di cassa sono “mission critical” e la velocità di servizio è una caratteristica vitale, i Cloud POS devono essere applicazioni intelligenti in grado di funzionare indifferentemente sia connesse che disconnesse.

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