Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti e la comunità scientifica ci conferma trattarsi di una deriva globale molto vicina al punto di non ritorno.

Le responsabilità maggiori di questi cambiamenti sono da attribuire alla classe dirigente che ha chiuso un occhio di fronte a ripetuti segnali che l’attuale sistema economico, basato su energia da fonti non rinnovabili e inquinanti e materie prime estratte, lavorate e poi mandate rapidamente in discarica, da tempo non è più sostenibile. In generale i politici pensano più alle prossime elezioni che ai giovani e alle future generazioni e si accontentano di essere informati (o peggio) da lobbisti delle aziende dominanti, rinunciando ad analizzare e pesare fonti neutrali. Inoltre, molti dirigenti di aziende private e pubbliche si concentrano sulla salvaguardia dei propri privilegi operando scelte conformistiche, piuttosto che sforzarsi di capire i cambiamenti e lavorare per un futuro a medio e lungo termine, magari a scapito di qualche risultato immediato.

In questo quadro i Commercianti possono non solo influire sui propri rappresentanti di categoria e politici, ma passare dalle parole ai fatti.

 

Maggior efficienza

Il primo aspetto cui rivolgere la propria attenzione è il risparmio energetico nei punti di vendita. Il passaggio all’illuminazione a LED, oltre a ripagarsi in pochi anni e poi produrre vantaggi per un periodo ben più lungo, deve essere l’occasione per pensare all’illuminazione come ad un mezzo per valorizzare la merce con tecniche scenografiche.

Il passaggio a sistemi di riscaldamento/raffrescamento ad alta efficienza può essere accompagnato da accorgimenti antichi ma da tempo dimenticati, come posizionare strategicamente delle aperture per creare dei flussi d’aria naturali. Una rivisitazione moderna di queste tecniche può utilizzare sensori e attuatori controllati da un algoritmo intelligente di apertura e chiusura, ed eventualmente di attivazione di aspiratori elettrici, a seconda delle temperature interne ed esterne, della stagione, del giorno della settimana, dell’ora e magari delle previsioni del tempo, sfruttando l’inerzia termica degli edifici. Per finire, l’installazione, ove possibile, di pannelli fotovoltaici è un investimento sempre più conveniente, e con l’ulteriore vantaggio che le ore di maggior produzione di energia coincidono con quelle di apertura dei negozi.

La ricerca dei metodi organizzativi e delle tecnologie per produrre prodotti/servizi con minori sprechi di energia, lavoro e materie prime sono sempre stati alla base di ogni attività economica e quindi anche del Retail, ma spesso si continua, oltretutto con poca convinzione, ad adottare strategie nate e sviluppate in un mondo che sta scomparendo.

Siamo entrati nella Quarta Rivoluzione industriale caratterizzata da sistemi intelligenti in grado di vedere, sentire, capire, agire e imparare, che stanno portando le industrie manifatturiere e dei servizi (tra cui il Retail) ad attuare strategie e modelli di business fino a poco tempo fa impensabili. Stiamo passando dai sistemi automatici e rigidi della Terza Rivoluzione Industriale a quelli autonomi e adattativi basati sull’Intelligenza Artificiale (IA) della Quarta. Nell’industria manifatturiera gli investimenti per l’acquisto di robot e macchine intelligenti possono essere rilevanti ma nei servizi spesso può bastare del Software as a Service (SaaS) da Cloud Computing fruibile subito senza investimenti iniziali. Specialmente in quest’ultimo caso il problema è più l’apertura mentale e la volontà di capire, che la disponibilità di capitali.

Infondendo un po’ di IA nei SaaS, problematiche eterne per il Retail come la gestione ottimale di assortimenti, prezzi, promozioni e giacenze possono avere soluzioni evolute e completamente automatiche che non si limitano ai pochi best-seller ma a tutti i prodotti a magazzino. Le predizioni veloci e a basso costo possono essere infatti estese alla coda lunga (i numerosi prodotti a bassa rotazione) fornendo vantaggi economici non trascurabili, anche se di valore unitario limitato.

Per massimizzare i vantaggi, gli strumenti vanno configurati e controllati per un certo periodo, ma poi vanno lasciati funzionare da soli per liberare risorse umane da dedicare a settori dove le persone esprimono il meglio, come l’empatia verso i clienti, la soluzione dei loro problemi o l’individuazione di esigenze nuove ed inespresse. Questo spostamento delle persone verso le attività che sanno fare meglio, lasciando alle macchine quelle ripetitive, aiuterà anche la transizione verso una società sempre più automatizzata, ma senza una eccessiva distruzione di posti di lavoro.

Il risultato di un Retail basato sull’Intelligenza Artificiale (o Intelli-tail come diciamo per aKite) consisterà in una sensibile riduzione dei prodotti destinati ad essere svenduti, evitando che acquirenti interessati più all’affare che al prodotto contribuiscano ad accrescere la quantità di materiale destinato a finire anzitempo in una discarica, con spreco di materie prime ed energia necessarie per produrli. In aggiunta, un livello di stock ottimale aiuta a ridurre lo spreco di capitale immobilizzato in merce per riallocarlo in settori che possano migliorare l’esperienza del cliente.

 

Economia Circolare

Come già detto, una parte crescente dei consumatori e dei produttori sta diventando sensibile ai principi dell’Economia Circolare rivolta a ridurre gli sprechi di materie prime e di energia necessaria a produrre beni e servizi. Vedi anche http://akite.net/it/news/economia-circolare-e-retail

Oltre all’efficientamento della catena logistica, il settore dove il Retail può incidere ancora più profondamente è nell’aumentare la vita utile degli oggetti, tramite la loro riparazione e la rivendita come usato, magari dopo una rimessa a nuovo in negozio o in fabbrica. Il pregiudizio che un prodotto usa, specialmente nell’abbigliamento, sia sinonimo di indigenza, va combattuto. E’ un trend che parte dai giovani e dalle elite culturali e sta per diffondersi in strati più ampi. Quando il ciclo di vita è terminato, i negozi possono diventare dei centri di raccolta di materiale da selezionare e avviare al riciclo, invece che alla discarica.

Un’altra tendenza che i commercianti dovrebbero cogliere è verso i prodotti di migliore qualità, più adatti a sostenere un utilizzo più intenso e prolungato. Quanti trapani e abiti poco o per niente utilizzati, tanto per fare degli esempi, sono presenti nelle nostre abitazioni! Vendere prodotti di qualità e prezzo più alto è certamente più difficile, ma è la fascia in cui il fattore esperienziale (empatia e competenza del personale) è più importante e dove i negozi fisici possono superare l’eCommerce. Alcuni Retailer potrebbero diventare venditori di sole esperienze e i prodotti fisici potrebbero venire inviati dalla fabbrica direttamente nelle case dei clienti senza transitare per il punto di vendita.

Nel campo della ristorazione, il farsi promotori dei vantaggi di bilanciare un minore consumo di carne con un maggiore uso di vegetali, potrebbe anche ridurre i costi delle materie prime, oltre che far bene alla salute dei clienti e del pianeta. Generalmente si sottovaluta il forte impatto dell’industria dell’allevamento sull’emissione di gas serra e sull’uso di territorio e acqua per produrre l’alimentazione per il bestiame.

Infine, selezionare attentamente i fornitori più sinceramente rispettosi della sostenibilità ambientale è prima di tutto un servizio alla propria clientela e poi un invito ai ritardatari a cambiare, prima di essere cancellati dalle leggi del nuovo mercato che sta nascendo.

 

Conclusione

Indipendentemente dall’orientamento politico, si tratta di scegliere se essere parte attiva di una nuova responsabilità sociale oppure se rimanere invischiati in un sistema moribondo. Questo sforzo sarà ripagato economicamente in tempi non troppo lunghi, ma può anche intercettare da subito la simpatia dei consumatori più sensibili alla necessità di cambiare direzione.

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